Feste Ebraiche

Le feste ebraiche celebrano momenti importanti della storia del popolo ebraico, e cominciano la sera del giorno precedente e continuano fino alla sera successiva. E’ importante ricordare che il calendario è luni-solare, nel senso che è di dodici mesi, e l’anno solare costituisce l’unità di tempo, ma si articola secondo le evoluzioni della luna. Per accordare questo calendario con quello solare, sette anni su nove sono anni bisestili. 

Shabbat: è il sabato, il giorno settimanale del riposo, inizia dal tramonto del venerdì e finisce al tramonto del sabato. E’ il tempo della preghiera e della studio della Toràh, in famiglia e nella sinagoga. Ogni lavoro è proibito in questo giorno, compreso il cucinare. Dio ha promosso il sabato perché ci fosse un giorno di riposo per tutti.

Rosh Hashanà (il 1° di Tishri): è l’inizio del nuovo anno, il capodanno ebraico, occasione di pentimento, di preparazione per il giorno del giudizio divino e di preghiera per ottenere un anno fruttuoso. Il suono dello Shofar, un corno di montone, in onore del montone sacrificato da Abramo, dà inizio alla festa; nel resto dell’anno, lo shofar è nascosto nell'Arca Santa della sinagoga e riemerge sono nei giorni solenni per sottolineare i momenti principali. Durante il pranzo, per tradizione, si inzuppa una mela nel miele, perché l'anno nuovo sia dolce.

Yom Kippur (il 10 di Tishri): è il grande giorno dell’espiazione, del pentimento, del perdono dei peccati; si celebra otto giorno dopo la fine del Rosh Hashanà. Nel giorno del Kippur si prega per ricevere il perdono dei peccati. In questo giorno non si può svolgere nessuna attività e ci si deve astenere dal mangiare e dal bere per 25 ore. Tutti pregano e digiunano fino all’ora della Neilà, ultimo momento del Grande Perdono, quando ci si deve concentrare al massimo per farsi rimettere le colpe e i peccati. Poi suona lo shofar con quattro tonalità diverse: tekiha, teruha, terumà, shevarim. E’ la più solenne delle festività ebraiche.

Pesach (dal 14 al 21 di Nisan): è la grande festa della Pasqua ebraica e ricorda la grande liberazione dall’Egitto e l’esodo dalla schiavitù, esperienza forte di JHWH vicino al suo popolo e salvatore. Pesach è l’atto di nascita di un popolo e la conquista della sua indipendenza. La festa cade in primavera, a partire dal 15 di Nisan, dura otto giorni. Con il mese di Nisan inizia l’anno religioso. In questo mese gli ebrei furono liberati dalla schiavitù dell’Egitto e diventarono una nazione. Nei giorni che precedono la festa, famiglie e attività commerciali puliscono i loro locali dal hametz,  il lievito e ogni altra cosa che lo contenga, come prescritto dalla Toràh. La sera della vigilia la famiglia ebraica si raduna per il Seder, un pasto speciale che si svolge secondo un preciso rituale indicato dallo Haggadàh, il racconto della Pasqua e dell’esodo, che in questo giorno è obbligatorio leggere ai figli. Durante il pasto si consumano cibi tradizionali, che ricordano le vicende bibliche. Tra gli altri, il pane non lievitato (matzà) e le erbe amare (maror).

Simchat Toràh (23 Tishri): La gioia della Legge. Segna il compimento del ciclo di lettura del Pentateuco effettuata il sabato nella sinagoga.

Purim: la festa delle sorti. Nel V secolo a.C. il re di Persia aveva deciso lo sterminio di tutti gli ebrei abitanti nel suo territorio. Una ragazza ebrea, Ester, riuscì a dissuaderlo del suo proposito. Purim è occasione di grandi festeggiamenti. La parola “purìm” significa “sorti” e fa riferimento alle “sorti” tirate da Aman, primo ministro del re Serse, per stabilire in quale giorno doveva massacrare gli ebrei presenti nel suo territorio.

Gli osservanti rispettano 613 mitzvot, precetti che regolano la vita quotidiana e che comprendono leggi relative a tutti gli aspetti della vita sociale, dal matrimonio alle cerimonie alle diverse regole alimentari.
 

Sukkoth (15-21 Tishri): è la festa delle Capanne o dei Tabernacoli. Ricorda la permanenza degli ebrei nel deserto dopo l’uscita dall'Egitto. Per sette giorni si è tenuti ad abitare, se le condizioni meteorologiche lo permettono, in una capanna all'aperto, il cui tetto è fatto di frasche.

Hanukkà (dal 25 Kislev al 3 Tevet): è la festa delle Luci o della Dedicazione, e dura otto giorni, in dicembre. Si basa su una leggenda del II secolo a.C., quando un piccolo esercito di ebrei sconfisse quello del re ellenista Antioco IV. Si racconta che allora la menoràh, il candelabro a sette bracci del Tempio, rimase acceso per otto giorni nonostante avesse olio a sufficienza per bruciare un solo giorno.